Il 2023 è l’anno del raddoppio: nasce A&T Vicenza, la manifestazione si mette al servizio dell’importante bacino industriale del Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e territori limitrofi.
A&T Vicenza ha lo stesso format di A&T Torino, ma variano i contenuti espositivi per rispondere alle esigenze delle filiere industriali del Nord Est.
Saranno attesi 250 espositori negli oltre 15 mila metri quadri di padiglione dedicato ad automazione, affidabilità e fabbriche intelligenti.
A&T è riconosciuta per il suo format innovativo che integra la parte espositiva con un Programma Formativo e di Aggiornamento “visionario ma di taglio pratico” pensato per le richieste delle Aziende di qualsiasi dimensione.
Il claim della manifestazione è “dall’ideale al fattibile” poiché l’obiettivo di A&T è offrire risposte concrete alle esigenze delle Imprese italiane impegnate nell’affrontare le sfide competitive dei nuovi modelli produttivi e di business, in ottica Industry 4.0.
Dal 2015, infatti, su indicazione di primari Espositori e del tessuto imprenditoriale, sono sei i focus di contatto con il mondo industriale e della ricerca:
Il 2021 ha segnato un nuovo record per l’industria italiana della robotica, con un aumento della produzione del 6,6% rispetto al 2020 e un orizzonte di crescita stimato in 260 miliardi di dollari al 2030.
Al netto però dei dati incoraggianti in termini di produzione e integrazione, le aziende italiane sembrano riluttanti ad affidare tutte le attività alla robotica. Infatti, la maggior parte delle aziende manifatturiere italiane è concorde nel delegare ai robot solo una parte delle proprie attività.
Secondo gli studi, ci sono due nodi fondamentali che limitano l’utilizzo dei robot in ambito industriale: il primo aspetto riguarda gli elevati costi di acquisizione, mentre il secondo ha a che fare con le difficoltà legate alla loro implementazione, ossia la capacità degli addetti di gestire in modo più efficiente determinate attività rispetto a quanto farebbero le macchine.
Nonostante questi limiti, i dati ISTAT su imprese e ICT che contribuiscono alle previsioni di crescita sono incoraggianti nel quadro della struttura del Paese al 2022 in relazione all’adozione della robotica, anche se dal punto di vista della distribuzione regionale, il divario è estremamente ampio: se si sommano i dati delle regioni del Nordest e del Centro Nord, la media delle imprese che utilizzano robot al Nord è del 10%, contro il 6,4% del Centro e il 7,3% al Sud. Guardando alla classe dimensionale d’impresa, c’è una chiara proporzionalità tra dimensione d’impresa e adozione della robotica. Infatti, le percentuali più basse si riscontrano nelle piccole imprese (10-49 dipendenti), con numeri in aumento man mano che aumenta il numero di dipendenti. Ad esempio, per le aziende nella classe dimensionale 100-249 dipendenti, il 24,1% di esse utilizza robot, mentre per le aziende con 250 o più dipendenti, questa cifra è pari al 29,8%.
In generale, nel 2022 in Italia il 14% delle PMI aveva già introdotto robot in azienda, e attualmente la metà delle Pmi italiane sta pianificando la loro introduzione nei processi produttivi. Questo perché le principali motivazioni che spingono le imprese ad utilizzare un robot per le proprie attività sono principalmente tre: garantire un’elevata precisione o una qualità standardizzata dei processi e/o dei beni e servizi prodotti, migliorare la sicurezza sul lavoro e, da ultimo, ampliare la gamma di beni prodotti o dei servizi forniti dall’impresa.
La robotica offre inoltre un nuovo modo di pensare l’automazione e i robot rappresentano una delle principali leve per aumentare l’efficienza dei sistemi produttivi. Lo sa bene l’Italia, che a livello europeo, è il secondo mercato di robot dopo la Germania e il sesto paese al mondo per numero di installazioni robotiche nelle imprese.
Curiosità in merito a quali tipologie di robot sono maggiormente utilizzati dalle imprese italiane?
A questo link l’analisi di Sofia Brunelli, per Agenda Digitale, su dati BCG (2021) – Robotics Outlook 2030, ISTAT (2022) – Report Imprese e ICT e IFR (2022) – World Robotics 2022.
In occasione dell’edizione 2024 della Fiera Internazionale A&T – Automation & Testing (14-16 febbraio, Oval Lingotto Torino) il Comitato Scientifico Industriale promuove l’ottava edizione del Premio Innovazione 4.0, mirato a valorizzare e diffondere progetti innovativi di ricerca e casi applicativi industriali coinvolgendo imprenditori, manager aziendali e ricercatori interessati a uno sviluppo tecnologico competitivo e sostenibile delle imprese funzionale alla crescita del Sistema Paese.
OBIETTIVO: CONTRIBUIRE ALLA CRESCITA DEL COMPARTO MANIFATTURIERO ITALIANO
1) Innovazione: il Premio Innovazione 4.0 offre al mondo produttivo progetti, casi applicativi, opportunità di networking per favorire l’introduzione delle tecnologie innovative in linea con il Piano Nazionale Transizione 4.0.
2) Trasferimento tecnologico: il Premio Innovazione 4.0 intende favorire l’incontro tra progettualità innovative e industria, offrendo un contatto diretto e un dialogo strutturato tra imprese, start-up, Università e mondo della ricerca applicata. Un modello funzionale a innovare prodotti e processi aumentando la competitività sui mercati globali.
CRITERI DI AMMISSIBILITÀ
Le testimonianze proposte dovranno riguardare casi applicativi di successo, sviluppati in ambito industriale, o progetti di ricerca applicata, provenienti dal mondo dell’Università e della Ricerca. I criteri su cui si basa la selezione delle testimonianze riguardano le caratteristiche di applicabilità, sostenibilità, convenienza e utilità in ambito industriale di ciascuna testimonianza presentata. Il Comitato Scientifico Industriale di A&T procederà ad ammettere in concorso le testimonianze ricevute, individuando le proposte che maggiormente esprimono valore tecnologico e applicabilità reale.
PREMI, CATEGORIE E TEMATICHE
Il Premio si rivolge ad Aziende, Università, Start-Up e ammette tutte le testimonianze riguardanti l’applicazione di tecnologie innovative incluse nei seguenti focus:
ADDITIVE MANUFACTURING
LOGISTICA
TESTING E METROLOGIA
SMART MANUFACTURING
CONTROLLO DELLA PRODUZIONE
CONTROLLO DI PROCESSO
Saranno selezionati 9 progetti finalisti (3 per ciascuna categoria) e tra questi individuato un unico vincitore che sarà premiato con:
Trofeo realizzato dal main sponsor dell’evento, rappresentativo dell’innovazione in ambito industriale.
Riconoscimento speciale A&T: voucher valido per una postazione espositiva in una delle seguenti edizioni della Fiera.
La consegna avverrà durante la Cerimonia di Premiazione in programma mercoledì 14 febbraio 2024.
DEADLINE PARTECIPAZIONE E COMUNICAZIONE VINCITA
Venerdì 14 luglio 2023 è il termine ultimo per l’invio della candidatura al Premio Innovazione 4.0. Le candidature dovranno essere presentate utilizzando l’apposito form (clicca QUI) e seguendo le indicazioni riportate nell’allegato A (clicca QUI). Per eventuali chiarimenti contattare la segreteria del Premio: premioinnovazione@aetevent.com.
Il 15 settembre 2023 la segreteria darà comunicazione ufficiale agli autori in merito all’ammissione delle testimonianze a concorrere al Premio.
Entro il 15 dicembre 2023 il Comitato Scientifico Industriale sceglierà le 9 testimonianze finaliste. Gli autori selezionati riceveranno la comunicazione e le modalità per partecipare alla Cerimonia di Premiazione nella quale verrà annunciato il vincitore.
Pubblicato l’Industry 4.0 Maturity Index: l’obiettivo è consentire alle imprese di valutare le proprie performance e pianificare gli interventi per il futuro.
Si tratta di uno strumento di autovalutazione dedicato alle aziende, grazie al quale è possibile misurare il proprio grado di maturità digitale per l’industria 4.0 e identificare le opportunità per il raggiungimento degli obiettivi operativi ed Esg nella prospettiva del metaverso industriale.
A sviluppare questo nuovo sistema sono Nokia e Abi Research, che ad aprile hanno presentato il loro “Industry 4.0 maturity index” volto a sistematizzare le prestazioni di cinque comparti industriali per gli investimenti in tecnologie di industria 4.0 e per l’implementazione di casi d’uso.
Nello specifico, lo scopo è fornire un benchmark di autovalutazione per le industrie, da poter utilizzare per capire come innovare e far progredire le proprie capacità di digitalizzazione verso il metaverso industriale, mettendo in primo piano – ad esempio – la sicurezza dei lavoratori e l’automazione.
A Padova – presso l’Area della Ricerca del CNR – il 15 giugno dalle 10.30 alle 17.30 si terrà una giornata dedicata all’Energia nella quale si guarderà alle ricerche per nuove forme di energia, per l’efficientamento e la sostenibilità energetica per il futuro del pianeta. Inoltre verrà presentato il contributo, importante e diversificato, del Consiglio Nazionale delle Ricerche in questi campi di ricerca.
La giornata sarà articolata in due momenti distinti:
Nella prima parte, una conferenza presenterà lo stato e le prospettive future sulle ricerche per la fusione nucleare e per la transizione energetica nel contesto italiano ed europeo.
Nella seconda, si svilupperà il Viale dell’Energia Sostenibile, un percorso attraverso l’Area nel quale i ricercatori illustreranno le iniziative e le tematiche su cui operano per un futuro sostenibile. Tra queste, le attività di ricerca attive a Padova sulle energie alternative da fonti rinnovabili, sull’efficienza energetica degli edifici e di specifiche catene industriali/di produzione. Molti di questi progetti sono attivi in consorzio con PMI – finanziati da progetti regionali/nazionali/europei – e con prospettive di applicazione attuali e/o a breve-medio termine.
Il 18 e 19 ottobre 2023 – dalle 9.00 alle 17.00 presso VERONAFIERE, CENTRO CONGRESSI PALAEXPO – ritorna SAVE Verona.
L’evento, giunto alla sedicesima edizione, unisce una parte espositiva a una componente formativa, sviluppandosi secondo una consolidata formula di successo con grande attenzione per il visitatore:
percorso di visita personalizzato a seconda delle proprie esigenze;
area espositiva dove incontrare i principali leader di settore e organizzare appuntamenti con gli espositori;
molteplici sessioni congressuali parallele di aggiornamento professionale;
numerosi workshop di approfondimento, seminari, corsi di formazione con casi applicativi a cura delle aziende partecipanti;
gli operatori professionali accedono gratuitamente alla mostra e usufruiscono di tutti i servizi;
buffet e coffee break offerti dagli sponsor;
atti dei convegni scaricabili in PDF;
attestati di presenza;
alcuni convegni prevedono il rilascio di crediti formativi.
SAVE Verona si svolge in concomitanza con i seguenti eventi. La sinergia fra gli appuntamenti crea nuove opportunità di business per le aziende e di approfondimento tecnologico per gli operatori presenti.
MCMA Verona – Manutenzione Industriale e Asset Management
SAVE Building – Soluzioni e tecnologie per lo smart building
Fiera Idrogeno – Soluzioni e tecnologie per la filiera industriale dell’idrogeno
mcTER Verona – Applicazioni di Cogenerazione ed Efficienza Energetica
Prossimamente saranno rese disponibili maggiori informazioni sul programma e il link di registrazione.
Il 2023 è l’anno europeo delle competenze e Fondirigenti punta sul potenziamento di hard e soft skills dei manager, sempre più centrali per affrontare il cambiamento e rilanciare la competitività.
Il più grande Fondo per la formazione dei dirigenti, promosso da Confindustria e Federmanager, mette sul piatto un Avviso nazionale da 8 milioni di euro per rafforzare alcune fra le competenze più rilevanti per affrontare le principali transizioni e gli elementi di incertezza che le imprese sono chiamate a fronteggiare, puntando a favorire nei dirigenti un approccio manageriale che ponga l’apprendimento al centro dei percorsi di trasformazione aziendale.
L’Avviso si rivolge a tutti i soggetti aderenti e neo-aderenti al Fondo ad eccezione delle Grandi Imprese che hanno già beneficiato di un finanziamento attraverso gli Avvisi promossi dal Fondo nel 2022.
I Piani formativi potranno essere presentati in forma singola o aggregata. Il Piano Aggregato sarà contraddistinto da un codice identificativo comune a tutti i Piani delle aziende partecipanti e dovrà essere composto da minimo 3 e massimo 6 imprese, compresa una Capofila.
Ogni azienda potrà presentare un solo Piano formativo e chiedere un finanziamento massimo di 12.500 Euro.
Due sono i focus previsti dall’Avviso: il sostegno alla partecipazione delle Piccole Imprese, che mostrano un accesso ancora limitato alla formazione finanziata dal Fondo, e la promozione di aggregazioni tra imprese che in varie forme collaborano tra di loro, ad esempio nelle filiere, nelle reti, nella catena di subfornitura.
Le proposte dovranno rientrare in uno dei seguenti 9 ambiti di intervento relativi a 3 macro Aree: Innovazione, Sostenibilità, Resilienza.
Innovazione
Trasformazione digitale dei processi aziendali produttivi, logistici, di vendita
Governo dei dati
Cybersecurity
Sostenibilità
Sostenibilità ambientale
Sostenibilità sociale
Sostenibilità economica
Resilienza
Rischi finanziari
Cambiamenti nei mercati
Cambiamenti organizzativi
L’intero processo di presentazione e condivisione dei Piani avverrà digitalmente dall’Area riservata delle aziende/Parti Sociali, accessibile tramite la sezione MyFondirigenti del portale del Fondo con user ID e password.
Per l’invio del Piano sarà sufficiente la firma digitale in formato CAdES del Rappresentante legale aziendale o di un suo procuratore.
La presentazione dei Piani sarà consentita dalle ore 12:00:00 del 15 maggio 2023 fino alle ore 12:00:00 del 21 giugno 2023, termine unico per la presentazione.
Per maggiori informazioni, si invita a consultare la sezione “Avvisi” del sito di Fondirigenti, a questo link: https://www.fondirigenti.it/avvisi
“Crediamo in te!”. Con questo spirito parte la tredicesima edizione del Premio 2031, presentata a MIND, durante la MIND Innovation Week: oltre 100 i partner presenti, 55 i premi e milioni di euro di montepremi così suddivisi: 15 Premi Speciali messi in palio da corporate con 41 dai migliori Centri di Innovazione italiani e il 2031 Startup Award.
C’è tempo fino al 25 giugno 2023 per partecipare alla nuova call del bando “2031” (evoluzione del Premio Gaetano Marzotto) dedicato a startup, aziende e PMI innovative.
Con un Premio Specialein servizi di orientamento e accompagnamento – dedicato a startup che operano nei settori Clean/Energy Tech, FinTech/RegTech, Life Science, Industry 4.0, Transportation/Logistic e del valore di 50.000 euro – Invitalia anche quest’anno è partner dell’iniziativa.
Il Premio consiste in:
assegnazione di un mentor specializzato da selezionare tra i partner del network Sistema Invitalia Startup, in base al settore o alla tecnologia della startup. Obiettivo: definire e implementare una strategia di go to market vincente;
guida e orientamento all’individuazione dell’incentivo, gestito da Invitalia, più idoneo al progetto d’investimento della startup;
un percorso personalizzato di accompagnamento per presentare domanda di finanziamento; il servizio di accompagnamento fornisce un supporto metodologico per la compilazione del piano d’impresa, aiuta il team a ragionare sulle singole scelte progettuali – con un’attenzione particolare alla sostenibilità economico-finanziaria dell’iniziativa – e le eventuali carenze o incoerenze da rivedere. Il servizio si svilupperà attraverso 3 incontri 1to1 con esperti dell’Agenzia;
occasioni di business matching.
Novità di quest’anno è Primo Round, il premio nato per individuare e aiutare a crescere le migliori startup early stage italiane. Selezionate dalla call di 2031, le migliori idee avranno la possibilità di presentarsi durante i tre giorni dell’Italian Tech week di Torino, dal 27 al 29 settembre, davanti a una incredibile giuria di investitori pronti a credere in loro. Tra gli investitori Isabelle Andrieu, Paola Bonomo, Lucia Chierchia, Luca Ferrari, Fausta Pavesio, Andrea Rota, Silvia Wang.
Premio 2031 è una competizione gratuita aperta a persone fisiche, team di progetto, startup e imprese già costituite, che abbiano una nuova idea imprenditoriale, in grado di generare una ricaduta economica e un impatto sociale positivo principalmente sul territorio italiano, con sede e base di sviluppo in Italia, ma capacità di crescita internazionale. Suddiviso in due bandi, permette attraverso un’unica domanda di concorrere contemporaneamente a più percorsi. I 55 partner del Premio hanno la possibilità di selezionare le startup finaliste del loro premio singolo. Le idee proposte devono essere originali, innovative e attuabili, finanziariamente sostenibili e in grado di generare ritorni economici.
Dal 2010 il Premio ha visto oltre settemila startup transitare, centinaia di premi e percorsi avviati, decine di milioni di euro di investimenti generati con centinaia di partner.
La Regione Veneto e l’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” del Politecnico di Milano hanno organizzato, in collaborazione con Assologistica, il Convegno “Innovazione tecnologica e Sostenibilità: le sfide per una Logistica che cresce”.
L’appuntamento è per venerdì 9 giugno 2023 dalle 10.00 alle 16.00 presso Fiera Verona e la partecipazione è gratuita previa iscrizione.
L’Osservatorio studia l’evoluzione del mercato italiano della Contract Logistics in tutte le sue declinazioni: dalla misurazione quantitativa del fenomeno ai principali fattori di sviluppo del settore. Il Convegno ha l’obiettivo di presentare, grazie anche all’esperienza diretta di alcuni Manager del settore, i principali trend del mercato con particolare attenzione alle direzioni di lavoro per la sostenibilità e al ruolo dell’innovazione tecnologica e digitale. Infine, saranno presentate le principali sfide e direzioni di lavoro per il futuro della Logistica del Veneto.
Come si è sviluppata la Rete e quali sono le prospettive future?
IMPROVENET sta seguendo un percorso di crescita molto regolare. Inizialmente costituitasi attorno a un nucleo di soci appartenenti al mondo della ricerca, del trasferimento tecnologico e, naturalmente, delle imprese e dei servizi ad alto contenuto di tecnologia, la rete si ampliata accogliendo negli anni nuovi soggetti. Altri ne sono usciti con motivazioni diverse ma sempre manifestando apprezzamento per quanto visto durante il periodo di partecipazione alla rete. Punto per me particolarmente qualificante è osservare come tutti i soggetti partecipanti alla rete abbiano pienamente “sposato” la visione che ha portato alla creazione di IMPROVENET, e che che si basa sulla definizione di obiettivi a medio/lungo termine legati alla condivisione di conoscenze e opportunità di crescita tramite azioni da intraprendere implementando diverse tipologie di partenariato strategico, per superare il noto limite del tessuto manifatturiero locale costituito dall’alto livello di frammentazione e dalla policentricità. Non intendiamo pertanto apportare modifiche sostanziali a un approccio che, secondo noi, si sta dimostrando vincente. Un obiettivo specifico che tuttavia intendiamo perseguire in modo particolare è la nostra proiezione oltre i confini nazionali, interfacciandoci anche con le recenti iniziative del PNRR che sono state avviate nella nostra regione (penso in particolare all’Ecosistema dell’Innovazione iNEST).
Quali sono i trend e le tecnologie che potranno maggiormente incidere nella filiera?
Sebbene si parli ormai ampiamente di Industria 5.0, una piena adozione delle tecnologie 4.0 richiederà ancora tempo e investimenti non trascurabili, pertanto sarà ancora tale trend a dominare nei prossimi anni nel settore manifatturiero. Penso alla robotica collaborativa, alle metodologie basate sull’Intelligenza Artificiale per l’analisi dei dati, al Digital twin di prodotto e processo, giusto per citarne alcune. Senza dubbio, la proiezione verso Industria 5.0, con la sua visione umano-centrica, porterà a un maggior interesse verso quelle tecnologie che segnano il passaggio verso una nuova generazione di interfacce uomo-macchina, per consentire quella sinergia collaborativa tra automazione e operatore umano che fortemente caratterizza tale contesto. In questo senso osserviamo ad esempio come già ora alcuni tra i maggiori player nel settore dei servizi e delle piattaforme informatiche stiano proponendo tool per coniugare il metaverso con il digital twin.
Un tema fortemente sostenuto dalla Regione è il collegamento con i cluster tecnologici nazionali. Qual è la sua opinione?
IMPROVENET è socia del CTN Fabbrica Intelligente, e partecipa regolarmente alle iniziative da questo proposte. Sono anche personalmente coinvolto nelle attività dei Gruppi Tematici Tecnico Scientifici, facendo parte dello Steering Committee del GTTS4: Sistemi di produzione ad alta efficienza. Il CTN è un organismo di fondamentale importanza per il settore manifatturiero avanzato e in particolare per il settore manifatturiero veneto, così fortemente caratterizzato dalla presenza di PMI. Tramite Fabbrica Intelligente, infatti, si ha una visione molto ampia dei prossimi sviluppi tecnologici grazie alle attività di road mapping, ma, ancora più significativamente, si ottengono feedback dalle realtà europee (ad esempio, Manifatture EO e EFFRA) che sono molto difficilmente raggiungibili dalle singole aziende, in particolare quando di piccole dimensioni. Sicuramente c’è ancora molto lavoro da fare affinché il ruolo delle nostre aziende all’interno di Fabbrica Intelligente possa crescere, ma da entrambi i lati (RIR e CTN) vi è sicuramente la volontà di agire in tal senso.
Le Reti Innovative Regionali hanno superato la fase di avviamento e si stanno sempre più consolidando. Quali ritiene siano le strategie per consentire alle reti di cogliere sempre più le opportunità che derivano da fondi nazionali e soprattutto europei?
Le RIR fanno parte di un “ecosistema di ecosistemi” dell’innovazione: penso, ad esempio, oltre ai CTN, ai nuovi soggetti nati dalle iniziative del PNRR (Centri Nazionali ed Ecosistemi dell’Innovazione) e agli European Digital Innovation Hub. Tutti questi soggetti hanno, per mission e rilevanza, una forte proiezione verso le dimensioni nazionale ed europea. Bisogna approfittare di questo momento in cui finalmente si sta riconoscendo al networking e al clustering un ruolo fondamentale per alimentare una crescita che spesso viene soffocata da localismi che non trovano più ragion d’essere in un contesto così fortemente globalizzato. Credo pertanto che sia necessario proporsi a tali realtà come partner qualificati, come un anello fondamentale nella catena che lega il nostro territorio “naturale” a quelli più ampi in cui vogliamo giocare un ruolo sempre più rilevante. In questo senso, l’essere parte di una RIR fornisce garanzia di poter contare sia su esperienza nel “gioco di squadra”, sia di accesso a conoscenze e competenze di alto livello, grazie alla presenza di aziende ed enti di ricerca di particolare prestigio ed esperienza. Dobbiamo pertanto essere sempre più determinati nel presentarci come partner capaci di fornire importante valore aggiunto in iniziative di ampio respiro, siano queste nazionali o europee.
Il collegamento tra università e imprese può essere facilitato dall’inserimento di giovani altamente qualificati, anche con l’utilizzo di fondi PNRR: quali sono i vantaggi e quali sono i vincoli?
I giovani con profili professionali altamente qualificati sono il tramite per eccellenza per portare le nuove conoscenze e competenze nelle aziende del territorio. Purtroppo anche il Veneto, nonostante la presenza di importanti Università ed enti di formazione, soffre della poca disponibilità di figure formate nelle nuove tecnologie, e indubbiamente quello della formazione delle risorse umane, sia all’interno delle Università che tramite l’upskilling e il reskilling delle figure operanti nelle aziende, è un tema centrale da affrontare con urgenza per garantire che il nostro settore manifatturiero possa restare ai livelli di eccellenza attuali. Quella fornita da alcune iniziative all’interno del PNRR è certamente un’occasione da non perdere, tuttavia tale piano, per quanto strategico e ambizioso, deve essere sostenuto ben oltre il suo orizzonte naturale perché le sue azioni abbiano un vero impatto strutturale nel paese. Se quindi vanno sfruttati i vantaggi da esso offerti (penso ad esempio al sostegno ai dottorati di ricerca industriali, o al reclutamento di giovani ricercatori su progetti di trasferimento tecnologico), bisogna poi sostenere e portare avanti le collaborazioni avviate ben oltre la durata del PNRR, perché si possa avere un effettivo impatto positivo sul territorio. Bisogna poi essere in grado di gestire i complessi vincoli operativi che sono legati alle iniziative PNRR, che talvolta costituiscono il vero fattore ostativo alla realizzazione di collaborazioni efficaci tra il mondo della ricerca pubblica e quello delle industrie.
Abbiamo di fronte un triennio in cui le Università del Veneto avranno a disposizione significative risorse del PNRR: come massimizzare l’impatto di questi investimenti?
Ripeto quanto detto più sopra: dobbiamo guardare ben oltre l’orizzonte temporale del PNRR per non correre il rischio che i fondi destinati a questa irripetibile iniziativa producano un impatto inferiore alle aspettative. In questo sono convinto che la Regione Veneto, anche grazie alla struttura delle RIR che questa lungimirantemente ha messo in campo, possa giocare un ruolo fondamentale per garantire il consolidamento dei risultati che si otterranno durante questo triennio, costruendo assieme a tutti i soggetti dell’innovazione operanti nel territorio iniziative specificatamente dedicate alla valorizzazione sul lungo periodo del nuovo patrimonio di conoscenze, competenze e (sperabilmente) infrastrutture che verrà a prodursi.